Fuori ufficio non è una destinazione: è uno stato mentale.
È scegliere il tavolo all’ombra invece del posto “giusto”. È leggere una pagina due volte perché ci piace come suona. È camminare piano quando tutti corrono, lasciare che il mare metta in ordine i pensieri, ricordarsi i nomi delle persone, non solo dei posti.
Out of office è stare: in una conversazione che si allunga, in un caffè bevuto caldo, in un tramonto che non si fotografa.
Sono itinerari che respirano, mappe con margine, giornate che non fanno curriculum ma fanno bene. È dire “basta così” senza paura di perdere qualcosa, perché quello che conta arriva quando smettiamo di inseguirlo.
Qui raccontiamo viaggi e momenti quotidiani con la stessa cura: meno rumore, più senso. Diciamo le cose come stanno, senza superlativi a caso. Preferiamo poche scelte buone alla collezione di spunte. Crediamo nel benessere che nasce dalle relazioni: chi viene con noi, chi incontriamo, chi ci aspetta quando torniamo.
Out of office, per scelta: non per scappare dal lavoro, ma per mettere la vita al suo posto, tra una risata, una forchetta condivisa, una pagina sottolineata.
Se ti riconosci, vieni: c’è spazio. Ci piacciono le storie che restano, i consigli che aiutano davvero, la gentilezza che non fa rumore.
Essere umani, non perfetti.
Fuori ufficio, di proposito.
Ilaria




