di Marta Aidala
“Il corpo ricorda tutto, anche quello che la mente prova a dimenticare.”

Una montagna che accoglie e respinge, una città abbandonata, una giovane donna che cerca un posto dove non sentirsi più fuori luogo.
Marta Aidala scrive un romanzo che sa di neve e silenzio, di passi lenti su un sentiero che porta lontano da tutto.
Beatrice è “la straniera”, e nel suo vagare tra rifugio, lavoro e pensieri, ci mette davanti alla domanda più semplice e più feroce: dove siamo davvero a casa?
È un libro che respira, che non ha fretta: si legge come una camminata in salita, dove ogni frase è una pietra su cui poggiare il fiato. E quando arrivi in cima, ti rendi conto che il paesaggio che guardi è anche dentro di te.
Da stropicciare…
…nei momenti in cui ti senti sospesa, senza appartenenza, quando serve credere che anche l’estraneità può essere un rifugio.
Da piegare l’angolo pagina su…
“Restare. È questa la scelta più difficile, e la più necessaria.”
Quello che ci resta addosso…
Un libro che insegna che il sentirsi fuori posto non è una condanna, ma un passaggio: a volte bisogna perdersi per trovare il proprio luogo.

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